Considerazioni sulla “liberazione sessuale”

La “rivoluzione sessuale” mirava in origine a facilitare i rapporti sessuali liberandoli dalla morale cattolica e dall’ipocrisia borghese, ma tutti i dati disponibili mostrano che essa ha determinato una drastica diminuzione dei rapporti per una gran parte degli uomini.

Alcuni parlano di un riflusso che avrebbe tradito la premessa della rivoluzione sessuale riconducendola entro la logica della monogamia, mentre a nostro avviso l’ha invece pienamente realizzata o, per meglio dire, ha mostrato che le sue teorie fondative non tenevano conto di alcuni fattori essenziali, relativi alla natura della sessualità femminile e ai criteri di selezione delle donne. Proviamo a sintetizzare i passaggi del ragionamento.

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Sulla “liberazione” sessuale

Oggi vi propongo la traduzione di un discorso tenuto nel 2008 da Roger Devlin ad Atlanta, in cui viene sottolineata la fondamentale importanza della monogamia come base del tessuto sociale e comunitario. Visto che qualcuno potrebbe accusarmi di “tradcucchismo” o roba simile per questo articolo, ci tengo a precisare che io ho sempre ritenuto la monogamia presupposto indispensabile per la soluzione della “questione incel”, poiché l’enorme squilibrio di potere sessuale tra uomini e donne può essere risolto solo in tal senso, mentre in un “mercato sessuale” assoluto e non regolato si creano automaticamente gli squilibri che vediamo oggi, a tutto vantaggio delle donne e di pochi uomini con alto LMS che hanno dei veri e propri harem a loro disposizione, e ovviamente a svantaggio dell’uomo medio che deve sgomitare per le “rimanenze” in un contesto caratterizzato da una competizione estrema sul piano estetico e delle risorse socio-economiche. Ma vi lascio ora alle parole di Devlin.

Che cos’è la “liberazione sessuale”? Di solito se ne parla in contrasto con i vincoli del matrimonio e della vita familiare. Sembrerebbe essere una condizione in base alla quale le persone avrebbero più possibilità di scelta rispetto al sistema monogamico tradizionale. La “filosofia Playboy” di Hugh Hefner sembrava offrire agli uomini un maggior numero di opzioni rispetto ad andare a letto con la stessa donna ogni notte per cinquant’anni. Il femminismo ha promesso alle donne che le avrebbe liberate dalla “fatica domestica” e avrebbe trasformato il matrimonio e la maternità in una delle tante scelte di vita.

In definitiva, l’ideale della liberazione sessuale si basa su una confusione filosofica che io chiamo “assolutizzazione della scelta”. L’illusione è che si possa in qualche modo ordinare alla società di consentirci di scegliere senza per questo diminuire le nostre opzioni future. Controllo delle nascite, aborto, destigmatizzazione dei rapporti occasionali, divorzio arbitrario e unilaterale: tutto questo ci è stato proposto come un modo per ampliare le nostre scelte.

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